Promozione del biglietto a 8 € per la data del 5 novembre ore 21:00 – TEATRO QUARTICCIOLO, Nell’ambito di Orbita | Spellbound – Centro di Produzione Nazionale della Danza, in co-realizzazione con Romaeuropa Festival

-> Scrivendo alla mail promozione@teatrobibliotecaquarticciolo.it  come studenti/docenti/personale all’AND

4 e 5 novembre ore 21

T.R.I.P.O.F.O.B.I.A

compagnia  IVONA
coreografia  Pablo Girolami
interpreti Guilherme Leal & Lou Thabart
musica Max Richter (Jacob Kirkegaard, Philip Jeck)
Durata 25 minuti

https://www.youtube.com/watch?v=p6xNmt6SWng

Con il supporto di KOMM TANZ Teatro Cartiera
Progetto residenza Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il comune di

Rovereto; Fuori programma Festival & Romaeuropa Festival;
Il progetto è stato realizzato con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche. Azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino; Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt);
Best choreography award – Certamen Coreográfico del Distrito de Tetuán – Madrid First prize & Audience award – Linkage Choreography competition Sofia Audience award – RIDCC, Rotterdam Vincitore Premio TWAIN Direzioni_Altre 2022

La paura dei buchi, o meglio, di tutte quelle piccole figure geometriche che vicine tra loro

creano dei piccoli fori. Un gioco di immagini basate su accostamenti che si ripetono tridimensionalmente e che
provocano un senso di disgusto e repellenza; l’allarme si scatena grazie a un codice intrinseco, elaborato nei secoli dai nostri antenati, che salvaguarda il fobico dal pericolo di essere contagiato da forme parassitarie o di es-
sere ferito da animali velenosi come ad esempio i serpenti.

Ansia, angoscia, paura, mille nomi per un’unica dimensione esistenziale: quella di temere
di perdere il controllo sul mondo, sul nostro corpo, sull’altro. Il turbamento provocato da queste immagini e sensazioni può sembrare bizzarro per chi, come noi, trova affascinante un alveare strabordante di cunicoli, ma nel momento in cui ci si imbatte in determinate immagini esemplificative della tripofobia, è inevitabile non pro-
vare un leggero disagio. Il mezzo tramite il quale si dà forma ad uno scheletro tripofobico è la geometria, che solo grazie al contributo immaginativo della mente umana diventa un varco attivo di paura e di angoscia, riflettendo le insicurezze e le paranoie dell’uomo, spazi senza fondo, dove ogni consapevolezza cade vertiginosamente. Si perde la lucidità e gli occhi si chiudono. Sfidare una paura non è un gioco facile. Anzi, sembra che stare a questo gioco implichi
piuttosto l’accettare di non giocare affatto.

Con T.R.I.P.O.F.O.B.I.A noi scegliamo di accettare la sfida e di prenderci gioco di lei, trasformandoci in veri e propri parassiti che si insinuano nelle sue gallerie. Siamo due corpi che si incanalano negli schemi ai quali questa fobia fa riferimento. Muovendosi con forme geometriche alternate e precise, ci districhiamo tra i cunicoli bui e
privi di aria, accompagnati da elementi “altri” da noi. Investighiamo il dualismo tra equilibrio e disequilibrio, passivo e attivo, consapevole e inconsapevole. Ma sopratutto il paradosso dell’irrazionalità della paura umana.

JOSE PASQUAL

compagnia  IVONA
coreografia  Pablo Girolami
interpreti Guilherme Leal & Lou Thabart
musica Max Richter (Jacob Kirkegaard, Philip Jeck)
Durata 25 minuti
Con il sostegno di Certamen Coreografico de Madrid Paso a 2 e L’estruch Fabrica de creació de les arts en viù.

Cara Maruzza,
ti scrivo questa lettera perché ti apprezzo davvero tanto.
La prima volta che ti ho vista, il mio cuore mi ha indelicatamente sussurrato “è lei”. Il modo in cui mi solletichi i baffi, il modo in cui mi fissi. Mi rendi palpitante. Devo dirti come ho avuto questa “sensazione”? Qualunque disgrazia accada, da un brutto taglio di capelli a un rubinetto che perde, sarò sempre lì per te. Ricordalo, sono un uomo di parole e non ti lascerò mai.
Non so come ti senti. Sono molto timido, come puoi vedere, tranquillo, timido e amorevole.
Sono io.
Non ho mai chiesto niente a nessuno, inclusa mia madre. Ma eccomi qui, ad ammirare la leggerezza dei tuoi capelli, il calore dei tuoi occhi, il colore della tua pelle.
Mi piacerebbe, se me lo concedessi, di darti il mio fiore.
Jose-Pasqual, una lettera d’amore a una bambola gonfiabile.

 

 

 

 

 

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